TERZA PERSECUZIONE
Gagliardi muove guerra a tutto cio' che ha
relazione con Padre Pio e a tutti coloro che Lo stimano. Ad esempio, il guardiano
di San Giovanni Rotondo promuove una societa' di mutuo soccorso, incoraggiato
dal Padre, ma l' arcivescovo la vieta perche' teme che simili associazioni
"incendino gli animi alla rivolta" e conclude: "Io noto che si
stava meglio prima a San Giovanni Rotondo per disciplina ecclesiastica e
pratica religiosa ". E incita il clero locale " a mandare denunce,
copie, relazioni, etc. perche' tutto sara' mandato a chi sa ricevere e tenere
sub segreto" ( cioe' il cardinale De Lai, segretario della concistoriale).
Il vescovo muove al Padre una " vera guerra satanica" ( parole di
padre Agostino, confessore di Padre Pio ). avallando con la sua autorita' cio'
che i suoi seguaci vanno divulgando e cioe' che la questione Padre Pio "
comincia a puzzare di losco " che verso le piaghe di Lui occorre prendere
" misure profilattiche" che intorno a Lui si sta svolgendo " una
lurida industria". Uno dei denuncianti scrive: "se potessi bruciarlo
lo brucerei ' un altro che " i padri cappuccini si percossero a sangue con
armi bianche e da fuoco " a causa dei danari che pervenivano al Padre; e
altri che a causa di Lui " le pie donne frequentano il convento " e
che " i frati visitano le case di queste anche di notte ".
La malvagita' di costoro giunge anche a questo.
Ed ecco sopraggiungere, inaspettato, un potente aiuto al Gagliardi ed ai nemici
di Padre Pio: l' arrivo a San Giovanni Rotondo del frate minore conventuale
padre agostino Gemelli. E' il 18 Aprile 1920 quando il Gemelli, accompagnato
dalla signorina Armida Barelli, giunge al convento. Chiede di vedere ed
esaminare le piaghe del Padre, il quale , pero', si rifiuta di mostrargliele,
perche' il Gemelli non ha un' autorizzazione scritta, come prescritto dai
superiori. Egli, dopo un paio di inutili insistenze che provocano anche un
forte senso di fastidio nel Padre,riparte, il giorno seguente, promettendo di
rifarsi dello smacco, dicendo in presenza di un testimone; " bene, Padre
Pio, ne riparleremo" .
Anzi un nemico del Padre il canonico don Giovanni Miscio,presente alla visita
del Gemelli, ha lasciato scritto che costui " non ebbe il bene di visitare
il nostro infermo, ma che solo pote' osservarlo.
Copyright Luigi Peroni- AleaDesign s.r.l.
next page
home page