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Ed ecco i provvedimenti a carico del Padre:
- 2 Giugno 1922 il Sant'Uffizio ordina che " si stia in osservazione " sul Padre, che celebri " summo mane" , che non mostri le " cosidette stimmate ", che interrompa ogni relazione, anche epistolare, con il suo direttore spirituale, che si provveda per un " trasferimento ".
-31 Maggio 1923, il Sant' Uffizio da' la sua mazzata impietosa con questa dichiarazione : " ...non constare de eorundem factorum supernaturalitate..."( "..non constare della soprannaturalita' dei fatti attribuiti a Padre Pio..." )
-24 Luglio 1924, il Sant' Uffizio emana un " Monito " "....ut a praedicto Patre,devotionis causa, invisendo et a quavis cum eo,etiam epistolari, relatione favenda prorsus abstineant..." ( ordina ai fedeli di non avere alcuna relazione anche epistolare con il Padre )
- 23 Aprile 1926 " Appello ai fedeli perche' si astengano dal leggere un opuscolo " ipso iure " proibito che parla di Padre Pio, e si astengano anche dall' avere contatti con Lui
- 11 Luglio 1926 " Appello " come il precedente per un altro opuscolo del Frate.
- 23 Maggio 1931: il colpo di grazia. Padre Pio viene privato di ogni esercizio ministeriale, eccetto la Messa, che pero' non potra' piu' celebrare in pubblica chiesa, ma in una cappella del convento e senza intervento dei fedeli.
E' un periodo burrascoso che sconvolge anche la vita ministeriale dei bravi frati del convento: muore di crepacuore il provinciale padre Pietro da Ischitella ( 1924 ), viene trasferito il Seminario serafico ( 23 Settembre 1932 ), il convento passa alle dipendenze del padre generale ( 25 Maggio 1931 ), ordine ( senza seguito ) del trasferimento ad Ancona di Padre Pio ( 30 Luglio 1923 ), rimozione del provinciale, padre Luigi da Avellino,(aprile 1924 )
E poi un susseguirsi di padri " visitatori " quasi tutti senza credenziali: Celestino da Desio ( Aprile 1924), Felice Bevilacqua (1927 ), Giois. Bruno ( 1928 )mon. Macchi ( 1929 ), Luca Pasetto e Bevilacqua (Marzo 1933 ). In questo ciclo di tempo intervengono a favore di Padre Pio, due figure straordinarie: don Luigi Orione ed Emanuele Brunatto e con loro tanti vescovi in particolare mons. Cornelio Cuccarollo, vescovo di Bovino e mons. Andrea Giacinto Longhini, vescovo di Treviso.


Unici avvertimenti positivi in questo triste periodo la concessione in enfiteusi ( 31. 12. 1923 ) del convento ai padri cappuccini in riconoscimento delle tante benevolenze di Padre Pio, da parte del Consiglio Comunale di San Giovanni Rotondo e l' inagurazione ( Gennaio !925 ) dell' ospedaletto di San Francesco, voluto da Padre Pio. Soltanto due anni dopo la forzata clausura, il Padre puo' scendere di nuovo in chiesa per celebrare in pubblico,  Domenica 16 Luglio 1933
E' una grande gioia per tutti. L' indulto pero' fa pensare piuttosto al condono di una pena che ad un atto di giustizia, perche' il cardinale Sbarretti, segretario della suprema Congregazione, fa presente che il beneficio viene concesso " tenuta presente la celebrazione dell' Anno Santo straordinario della Redenzione ". Quali i motivi dell' aspra lotta al Padre in questa dozzina di anni ?
I sacerdoti corrotti che guidano la vita religiosa della popolazione, impongono ad essa le proprie direttive e ad essa non e' data possibilita' di difesa, perche' la massima autorita' diocesana, il vescovo Gagliardi, e' a capo dei canonici gaudenti. A lui, pastore indegno e incurante del bene della diocesi, sono fortemente legati quei prelati che, sostenendosi reciprocamente nel compimento di oper illecite, formano un potente blocco di comando difficilmente sgretolabile. Ai canonici sono di sostegno sacerdoti ai quali vengono affidati posti di prestigio senza avere la minima preparazione culturale ( amministrazione di beni ecclesiastici, sorveglianza su conventi di suore, direzione di collegi di studio) spesso sono sacrileghi, simoniaci, avari, ostentatamente ribelli a Dio, immersi nella concupiscenza carnale, ertici, apostati, e chi piu' ne ha piu' ne metta, certo di non offendere la verita'.
Gagliardi, boss di questa mafia, e' notoriamente accusato di simonia nel conferimento di benefici a persone indegne e noto come valorizzatore degli elementi piu' immorali della diocesi, sempre disposto a concedere l 'ordinazione sacerdotale ad individui da tutti evitati e spesso condannati dai Tribunali civili per reati infamanti.


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